(di Lello Santoro) I lavori artistici di Rocco Sciaudone ed Elena dell’Andrea stanno riscuotendo considerazioni positive di alto livello. L”esposizione presentata recentemente a Falciano del Massico ha confermato come il loro impegno e soprattutto la passione per l’ arte li porterà ancora più in alto. In questo articolo si potranno notare alcune foto dei lavori effettuati durante la loro carriera artistica fin qui acquisita. Ed inoltre attraverso il comunicato stampa che ci è pervenuto in redazione, c’è il commento del curatore della mostra Vincenzo Mazzarella.
Come ribadito in occasione del precedente articolo( in seguito alla inaugurazione della mostra del “Contemporaneo”), scrivere di Rocco ed Elena è per me un piacere immenso. Non posso che augurare ad entrambi di proseguire su questa strada.
IL COMUNICATO STAMPA – Dopo il successo del Progetto Ponti e AttraversaMenti, con testo critico del prof. Marco Bussagli, presentato al Museo MACRO di Roma, sito magistralmente restaurato dall’architetto Odile Decq, Elena Dell’Andrea e Rocco Sciaudone ritornano sulla scena artistica con DiVino, la farfalla e la tempesta, a cura di Vincenzo Mazzarella.
Gli artisti hanno presentato alcuni lavori inediti in occasione della XXI giornata del contemporaneo, che mettono in luce aspetti legati alla cultura materiale del vino, con altri più recenti, legati alla spiritualità, dando rilievo alla loro crescitaartistica. La mostra è stata prorogata fino al 30 novembre per consentire al pubblico interessato di visitarla.
Rocco Sciaudone esegue opere legate alla quotidianità della sua terra, alcune di queste già selezionate dal prof. Massimo Bignardi, si sono evolute indagando la condizione umana e il rapporto con la spiritualità.
Elena Dell’Andrea mostra alcuni lavori più figurativi degli esordi, per arrivare alle opere maggiormente concettuali, come arazzi ricamati con fili d’oro, notate dalla curatrice Francesca Valente, già direttore degli Istituti Italiani di Cultura dell’America del Nord, che le ha inserite nella Galleria Italy & Beyond nel Metaverso, insieme a nomi importanti del panorama artistico italiano, come Cucchi, Nunzio e Ceccobelli.
Entrambi gli artisti sono stati inseriti nella collezione Theorema #3 della Fondazione Imago Mundi (Benetton) di Treviso e nel 2023 hanno esposto nella Galleria delle Prigioni accanto alle opere di Mario Merz.
Questa esposizione vuole essere un’occasione per far riflettere il pubblico, certi che l’arte ed i suoi colori favoriscano la consapevolezza per un futuro di pace.
La farfalla e la tempesta di Vincenzo Mazzarella
La ricerca continua e la sperimentazione sono la cifra stilistica di due artisti, Rocco ed Elena, che anela tramite l’arte ad un sincero ritorno ai primordi che sgorga direttamente da un sentimento violento che passa sui loro corpi, li incide con tracce che poi diventano arte.
I due artisti, in una sorta di cultura ancestrale diventano sciamani e medium che raccolgono il grido di aiuto della loro terra e lo amplificano e lo trasformano in espressione e denuncia. Rocco ed Elena in questo caso diventano strumento attraverso il quale traducono le richieste dell’ambiente che li circonda.
È un lavoro in fieri che realizzano in due come una sola persona, è un lavoro che parla perché gli artisti sono chiamati a parlare e ad esprimersi in questo periodo tragico dove l’umanità rischia di perdersi, di non trovare più la via maestra che è la pace, con se stessi, con gli altri, con la natura. Il mondo intero affronta una crisi ambientale senza precedenti, siamo probabilmente agli albori di una nuova era geologica causata dagli effetti devastanti dell’azione umana.
La morte della natura e dell’umanità è la nostra morte, altrimenti la natura non si chiamerebbe “madre”. E questo rapporto inscindibile tra umanità e natura non può essere spezzato e gli artisti sono il cordone ombelicale che ci tiene legati ancora ad essa. Gli artisti hanno sulle loro spalle questa enorme responsabilità e la devono sostenere e partecipare e denunciare per l’affermazione di un principio olistico che concepisce l’ambiente e il mondo come una rete globale e unica dove tutto è interconnesso.
L’arte scatena energia e questa energia Rocco ed Elena la cavalcano ma non ci vogliono rassicurare, anzi, tendono di più a turbare, ad interrogare. Escono dalla forma tradizionale del quadro perché ogni opera è nel contempo centrale e periferica, non ci sono punti di riferimento. Materia, forma, colore, si rincorrono per perdersi e ritrovarsi tra labirinti, strade, ponti e attraversamenti, ideali per incontrarsi e divincolarsi in questo caos psicotico di crisi esistenziali e guerre e smarrimento morale che caratterizza il nostro perduto mondo contemporaneo. Fanno arte senza alcun pre-concetto, lasciando che l’arte parli da sola e si disveli al momento.
E con Rocco ed Elena l’arte “parla”; alle donne e alla loro tragica storia che le ha annichilite per secoli e parla alla nostra coscienza confusa e disorientata per farci ricordare che il battito d’ali di una farfalla a Caserta produce una tempesta in Texas. Creare immagini, cose, è connaturato con l’esistenza stessa dell’uomo; date un pastello ad una bambina e creerà un universo, prima per imitazione, poi per concetto ed espressione.
Questo bisogno ancestrale è più forte di noi e continueremo a cercare l’arte nel nostro profondo inconscio, nell’inferno delle periferie desolate, in una cattedrale diroccata, in un capannone industriale abbandonato, in un viaggio disperato alla ricerca della vita. E l’arte esisterà sempre negli avamposti culturali di questa società avviata inevitabilmente al declino irreversibile come coraggiosamente continuano fare Rocco ed Elena.

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