POLITICA. Maltempo: Acli Terra chiede stato di calamità
Cecere: “servono misure straordinarie di intervento per permettere agli agricoltori di ripartire”
L’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito il Paese in questi giorni, ha causato danni gravissimi soprattutto nelle regioni del Sud, Puglia e Basilicata in particolare, e nelle aree già gravate dallo sciame sismico degli scorsi mesi. Masserie isolate, animali stremati dal freddo, vigneti, ortaggi e agrumi distrutti dal gelo sono solo alcune delle situazioni più problematiche che si registrano nei territori in cui l’economia è in ginocchio e gli interventi strutturali sembrano non essere sufficienti.
Nonostante il grande operato della Protezione Civile, infatti, la situazione non è ancora rientrata, anche perché è impossibile fare una stima precisa dei danni. Ad aggravare la situazione vi sono anche i ritardi nella consegna delle stalle provvisorie, per la messa in sicurezza del bestiame, con la conseguente moria degli animali.
Per questo motivo, il presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere, fa appello al Governo affinché venga riconosciuto lo stato di calamità. Tale azione permetterebbe alle aziende agricole e gli allevamenti danneggiati di ripartire e ripristinare, almeno in parte, la propria attività e, di conseguenza, gli esercizi commerciali ad essa legati, come quelli caseari.
«Servono strumenti “straordinari” di azzeramento burocratico per favorire agricoltori e allevatori colpiti dal maltempo – sostiene Cecere – Ci rivolgiamo al Ministro Martina, consapevoli dell’urgenza di soluzioni per un comparto essenziale per l’economia di tutto il Paese, per chiedere la massima tutela dei lavoratori e delle aziende agricole e zootecniche e, soprattutto, sostegni per la copertura totale delle spese necessarie alla sopravvivenza delle attività.»
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