
(di Marco Gallo) Negli anni Ottanta, una prima ricognizione sulla vetta del monte Petrino portò alla luce l’ipotesi che si trattasse di un antico villaggio, molto più vetusto di quanto si pensasse.
Questo luogo, che prese il nome di “Villaggio dei ciclamini” per l’abbondanza di fioriture di Ginestre e Ciclamini, si rivelò essere un sito di grande importanza archeologica, abitato già prima dell’arrivo dei Longobardi.
Le prime campagne di scavo permisero di rinvenire frammenti di ceramica e pesi da telaio, suggerendo una frequentazione assidua del monte in epoca Protostorica, un periodo di transizione tra Preistoria ed Età Antica. Il “Grande Villaggio” si sviluppava con capanne disposte sulla parte meridionale, settentrionale e sul crinale del monte, testimonianza di un insediamento ben strutturato.
Nel 2001, gli archeologi decisero di approfondire le indagini scavando in prossimità della Rocca medievale. Fu così che vennero scoperti i resti di un “Villaggio Protostorico” sotto i piani pavimentali delle case medievali e nei terreni circostanti, probabilmente utilizzati per l’orticoltura. Tra le scoperte più significative, un grande “Terrazzo Naturale” tra il monte Massico e il monte Petrino, chiamato “Valle”, oggi ricoperto da una fitta macchia mediterranea. In quest’area furono rinvenuti anche due recinti circolari, probabilmente destinati all’allevamento di mandrie e greggi, strategicamente collocati per proteggere gli animali dai venti freddi del nord e dal clima secco del mare, grazie anche alla presenza di una sorgente d’acqua e di una ricca vegetazione.
Gli scavi del 2007 e 2008, invece, hanno portato alla luce circa ottanta capanne, oltre a una fornace per la cottura della ceramica d’impasto, che testimoniano le potenzialità economiche e i traffici commerciali influenzati dalla cultura aurunca, tra il 600 e il 400 a.C. Si pensa che siano stati proprio gli aurunci o ausoni a costruire le prime strutture abitative, mentre nei secoli successivi i Longobardi eressero accampamenti di difesa temporanei, i cosiddetti “Castrum”, poi trasformati in residenze di truppe a guardia delle frontiere nel Medioevo.
Il sito del monte Petrino si conferma così come un importante crocevia di civiltà e storie, un patrimonio che continua a svelare i segreti di un passato ricco e affascinante.
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