16 Aprile 2016 – CARINOLA. Andare a votare per il Si al referendum di domani, anche a Carinola lontana dalla Lucania, è un forte gesto politico che in sostanza vuol dire “Anche noi di Carinola che stiamo morendo di desolazione e di degrado vogliamo uscire dal torpore ed unirci in un solo grido di protesta per salvare le coste, il Mare e la Vita”.
Anche noi abbiamo conosciuto un momento di grande preoccupazione per il territorio, quando in pieno picco emergenza rifiuti, la cava di Vaglie fu svenduta per quattro soldi. Volevano metterci le ecoballe, ma non abbiamo fatto nessun referendum. Scendemmo in strada, come Robespierre, e alzammo le barricate. Allora capimmo bene il pericolo che avevamo di fronte e sono sicuro che se i camion che dovevano portare le ecoballe si fossero presentati non sarebbero riusciti a passare. Dov’è finita quella forza di protesta?
Chi aveva disegnato quel progetto scellerato non lo abbiamo mai scoperto fino in fondo. Si votò una brutta mozione in Consiglio e s’indicò Carabottoli. A distanza di anni l’errore è che non ci unimmo, ancora una volta ci lasciammo dividere. Ricordo però che noi di Casanova, seppur in pochi, andammo a protestare anche a Carabottoli così come pure Casalesi e Nocelletesi venivano a portare il loro sostegno a Vaglie. Tuttavia non ci unimmo, restammo divisi. Ancora.
Allora il sindaco era Pasquale di Biasio, lo stesso delle privatizzazioni a società esterne per i servizi comunali d’illuminazione, cimiteri, parcheggi. Una politica, diciamocelo, totalmente sbagliata. Svendere il territorio, senza futuro, mentre lui faceva carriera. Non è un accanimento personale, credetemi. E’ politico. Perché anche allora si trattava di scegliere una politica di sviluppo del territorio. Lui ha scelto l’esatto contrario.
Ora ci ritroviamo sotto elezioni, nessuno presenta una lista perché tutti stanno aspettando cosa fa lui, il re dei tavoli, il re delle privatizzazioni. Solo che questa volta suo fratello Franco, incaponitosi, non vuole mollare. La cosa triste è che una famiglia tiene sotto scacco il dibattito politico. La colpa di chi è?Non è di Pasquale di Biasio, lui almeno gli riconosco di esser un leader forte. La colpa è dei pusillanimi, dei testa bassa, di tutti quelli che se ne stanno muti ad aspettare, di quelli che preparano inganni per rompere un rapporto. Di quelli che non discutono di progetti e programmi, ma di quanti voti ha quella famiglia. La colpa è nostra. Ed è per questo che andare a votare Si è già un segnale di risveglio di questa primavera. Io voto SI, voglio cambiare.
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