16 Aprile 2016 – MONDRAGONE. Una situazione a dir poco difficile quella per i medici che lavorano alla postazione 118 di Mondragone. Un calo di personale consistente, nel giro di pochi anni, sta causando disagi lavorativi, con difficoltà nel coprire i turni e, dunque, di offrire un servizio valido al 100 %. A parlare del problema alla nostra redazione una serie di persone, personale addetto al servizio ambulanza medica.
“Circa 18 anni fa – ci dice un medico – eravamo in 15 a prestare servizio in ambulanza. Adesso siamo in 3. Una situazione difficile che ci mette dinanzi a turni continui, per coprire la mancanza di personale, e a casi particolari come medici con molti anni di servizio, costretti a fare le notti a 60 anni di età superati, ormai, da tempo”. Ma non è tutto. C’è da dire che è stata avanzata la possibilità di integrare nuovo personale ma, a quanto pare, le proposte di contratto sono sempre state poco esaustive per i professionisti che avrebbero dovuto prendere il posto di quelli uscenti.
Un campanello d’allarme che, poi, mette in gioco un altro punto fondamentale per la sanità. Perchè si tende alla diminuzione del personale medico in ambulanza? I medici in ambulanza sono fondamentali, ma la pensano tutti così? Secondo alcuni no e, pare, che “si tende a “demedicalizzare” sempre più il personale d’ambulanza, puntando a lasciare solo autisti ed infermieri”. Qui di seguito la domanda che pone un medico del Servizio 118: “Come medico del Servizio 118 di una località balneare come lo è Mondragone, mi vengono già i brividi da adesso al pensiero che durante le notti estive, l’utenza chiamerà per le più disparate e banali patologie alla centrale operativa del 118 che comunque dovrà inviare un’ambulanza sul posto per verificare e visitare il paziente,se nel frattempo esce un codice rosso importante(una vera emergenza,infarto,incidente stradale,accidenti vascolari cerebrali e quant’altro), come si riuscirà a gestire tutto questo?”
Redazione
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