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MONDRAGONE – Grande successo per il Presepe Vivente, che resiste e guarda avanti

 

Nei giorni 26 e 27 dicembre 2025, la città di Mondragone ha vissuto un momento di intensa partecipazione collettiva grazie al Presepe Vivente. La città rivierasca è diventata meta di tanti visitatori provenienti anche dai comuni viciniori. Un evento che ha saputo andare oltre la semplice rievocazione natalizia per trasformarsi in un vero e proprio atto di responsabilità culturale. Non un presepe qualunque, ma un presepe all’insegna della continuità sul territorio, voluto e difeso con forza dall’associazione Presepe vivente Mondragone. Associazione energica e determinata, nata per un preciso scopo, quello di non lasciare spegnere una tradizione che ha rischiato di interrompersi.

 

 

 

 

La scelta di mantenere vivo l’evento si è rivelata vincente. Più di 250 personaggi, e circa trenta scene, hanno fatto rivivere un momento di grande e intensa commozione popolare. Il presepe, con l’attenta regia del Presidente Geremia Beatrice ha rivelato una cura meticolosa dei dettagli, una particolare attenzione alle scene e una visione complessiva capace di coniugare rispetto della tradizione e necessità di rinnovamento. Le scene, dinamiche e vive, non si sono limitate a essere quadri statici, ma hanno raccontato una storia in movimento, restituendo al visitatore un’esperienza immersiva e coinvolgente. La tradizione culturale è stata interpretata con fedeltà, ma anche innovata e reinterpretata, dimostrando come il patrimonio popolare possa evolversi senza perdere la propria identità.

 

 

 

Così il prof. Pasquale Sorrentino, docente di Lettere e storia,nonché artista creatore del logo della manifestazione: “Il presepe è nato e si è sviluppato nel quartiere storico di Sant’Angelo, una location di rara -quanto inespressa- bellezza, di straordinario valore simbolico e rievocativo. È importante sottolinearlo: non si è trattato dell’“evento di Sant’Angelo”, ma di un evento di tutta la città di Mondragone, che trova in questo quartiere una cornice ideale e che, proprio grazie a essa, può ambire a una crescita sempre maggiore. Dobbiamo imparare a ragionare come una collettività che deve crescere e mettere da parte gli individualismi e la volontà di primeggiare; bisogna continuare un valido percorso già iniziato da anni, strutturare ancora di più questo evento, farlo sviluppare nel tempo, istituzionalizzarlo. Per fare questo c’è bisogno della collaborazione di tutti. Ognuno dovrà sentirlo come proprio, come momento di sviluppo sociale e culturale, offrire un’immagine univoca di una collettività che mostra di aver compreso l’essenza vera dell’appartenenza al territorio”.

“Il presepe vivente -continua Sorrentino- ha messo in luce il potenziale del quartiere di Sant’Angelo come spazio culturale vivo, capace di accogliere iniziative di respiro più ampio e di divenire un punto di riferimento per la città intera. In questo senso, il Presepe ha avuto il merito di valorizzare il borgo antico, restituendogli centralità e visibilità, ma nel contempo ha rappresentato un momento di orgoglio cittadino”.

 

 

 

Non si possono ignorare, tuttavia, le criticità legate all’organizzazione di un evento di così vasta portata in un contesto abitato. Durante i giorni dell’evento -riferiscono gli organizzatori-, alcuni residenti hanno vissuto il sacrificio temporaneo di spazi e abitudini. È proprio qui che si apre una prospettiva per il futuro: la speranza è quella di una collaborazione sempre più ampia e condivisa, nella consapevolezza che il sacrificio momentaneo possa tradursi in un beneficio collettivo capace di generare valore culturale e sociale.

Il Presepe Vivente di Mondragone, edizione 2025, con oltre dodicimila visitatori si chiude dunque con un bilancio positivo e con uno sguardo rivolto al futuro. Un evento – come ha sottolineato il sindaco Francesco Lavanga nel suo discorso di chiusura- che ha dimostrato come la determinazione di una comunità possa salvaguardare le tradizioni, rinnovarle e trasformarle in occasioni di crescita. Un Presepe che non è solo memoria, ma progetto, e che chiede alla città intera di continuare a crederci e a partecipare.

Si ringraziano tutti i partecipanti per il grande e determinante impegno, in particolare:

Geremia Beatrice e Salvatore Palmieri (Presidente e vice Presidente dell’Associazione); Don Paolo Marotta (parroco e guida spirituale de quartiere di Sant’Angelo); Stefano Mangone, Angelo Affinito, Roberto Bergantino, Mirko Mangone e Pietro Errico (veri e propri registi operativi dell’evento e realizzatori delle strutture all’aperto); Giuseppe e Michele Verolla per i vestiti; Luigi Miraglia per le lavorazioni in ferro e non solo; Elisa Rotondo, Dora D’Arienzo (Responsabili per i personaggi e per le alcune attività); Antonio Timpanelli (per le forniture in legno); Pasquale Sorrentino per il logo e il supporto artistico.

 

 

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