The Report Zone

Notizie e Reportage

Rocca Montis Dragonis: Aloara, la principessa dimenticata

(di Marco Gallo) Correva l’anno 943 d.C., Pandolfo I (detto Capo di Ferro),principe di Capua, era uno dei sovrani più potenti di tutto il gastaldo longobardo. Alla sua morte, nel 980 d.C., lasciò tutta la sua eredità nelle mani della moglie Aloara e dei suoi due figli. Il primogenito, Landolfo IV detto l’Audace, non riuscirà a governare perché ingannato e ucciso dai suoi stessi parenti.

Il regno di Aloara e della sua stirpe fu tanto complicato quanto breve.

Una donna di fede la principessa, magnanima con i suoi sudditi, che però peccò di negligenza quando fece assassinare i nipoti del marito per il timore che potessero rivendicare le terre dei figli.Probabilmente fu questo l’errore cruciale che decretò la fine della sua dinastia.

Spesso era solita recarsi alle terme di Sinuessa per trovare riparo e sollievo dai turbamenti dell’animo, dai continui tradimenti familiari e politici. Nella foto immaginiamo la principessa Aloarain una vasca all’aperto che affaccia sul mare, costruita sulla piccola collina mondragonese, ammaliata dal silenzio della natura e dalla bellezza del paesaggio.

In quel periodo le “Acquae Sinuessanae” non avevano la stessa fama dell’epoca romana, eppure esse venivano frequentateassiduamente e conservate in un complesso fortificato dotato per l’appunto di vasche e cisterne, su una rialzata pianura in località Casino di Transo, a nord dell’odierna Mondragone (zona Hotel Sinuessa).

Come detto, Aloara era una donna religiosa, molto devota alla Chiesa. Ecco perché diede mandato di trasferire alcuni possedimenti terrieri al Monastero di Montecassino. Tra questi era ricompresa anche la Rocca Montis Dragonis e l’area in cui, circa trecento anni dopo, sarebbe sorto il Monastero di Sant’Anna de Aquis Vivis. Grazie a lei vennero portati a termine anche i lavori per la costruzione del Monastero di San Lorenzo Martire, nominando quale primo Rettore San Aldemario, monaco di Montecassino e originario della città di Capua.

La storia della Campania, del Regno di Napoli, è un continuo susseguirsi di invasioni barbariche, di guerre, di contese tra vecchi e nuovi signori, anche appartenenti alla stessa casata. In quel periodo di dilagante arroganza, l’accanimento sui beni materiali, l’invidia, l’astio tra fratelli per accaparrarsi anche i più piccoli possedimenti di terra rappresentavano la normalità.

Per queste ragioni i longobardi suddivisero la Campania in tanti gastaldati e roccaforti, proprio per evitare diatribe familiari e tentare, senza successo, di accontentare i capricci degli eredi delle casate più influenti. Scelte forzate e preferenze ingiustificate non fecero altro che instillare ulteriori tensioni interne, anche nel castello sul Petrino. L’uno contro l’altro, questi signorotti si rinchiudevano nelle loro fortezze, spesso a picco sul mare, e il più forte inevitabilmente dominava sul più debole, a dispetto del popolo che subiva in silenzio le nobili controversie, senza mai avere voce in capitolo.

 

 

 

TIENITI AGGIORNATO SULLE NOTIZIE DELLA CITTA’, CLICCA SUL LOGO QUI SOTTO E SEGUI LA PAGINA “QUESTO E’ MONDRAGONE”