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Nuovo ritrovamento archeologico in territorio aurunco

 

 

(di Marco Gallo) Pochi giorni, nel territorio di Sessa Aurunca, è stato scoperto un nuovo reperto archeologico in una zona specifica dell’antica città di Sinuessa.

 

Si tratta di una roccia calcarea di 75 centimetri di lunghezza, 27 di larghezza e 25 di profondità che celava il tratto epigrafico strutturato in sette righe con caratteri di 4 centimetri per le prime cinque righe e 3,5 per le ultime due.

 

L’epigrafe è stata riportata alla luce dallo storico Marco Ceci, esperto di storia e di archeologia aurunca, che ha dichiarato: “Per la conoscenza che ho dei luoghi, ritengo si tratti di un ritrovamento fuori contesto e, pur avendo segnalato il reperto alla soprintendenza ed aspettando per la decifrazione, l’interpretazione, la paleografia e la traduzione del prof. G. Camodeca […], mi avventuro in una personale interpretazione.

 

L’epigrafe si presenta mutila, credo abbia una metà di porzione mancante, alcune righe evidenziano una scarsa visibilità del testo in quanto lo stesso risulta eroso […] Sembrerebbe un basisstatuae dedicatoria per un prefetto di una coorte del periodo imperiale; pertanto una epigrafe molto interessante, se l’interpretazione è quella giusta, riferita a un personaggio legato al comando militare di una coorte, la Ascalonitanorumsagittariorum equitata.

 

La Coorte Ascalonitana, unità ausiliaria di una legione romana, era equitata e saggittaria, quindi composta da arcieri e cavalieri, circa 600 uomini, fanti compresi, era di stanza in Siria, attestata dal I sec. a.C. sino al III sec.d.C. e prendeva il nome dalla città di Ascalona in Palestina, poco a nord dell’attuale città di Gaza […]

 

Se l’interpretazione è giusta si tratta della quarta epigrafe in Italia che cita la coorte Ascalonitana, dopo le due epigrafi di Ostia Antica del periodo imperiale di Marco Aurelio e un’altra citata nel CIL, proveniente dalla regione dei Marsi il cui luogo di conservazione è a oggi sconosciuto […]”

 

La scoperta ha suscitato grande interesse da parte del prof. Camodeca, già docente di storia romana e epigrafia Latina presso l’orientale di Napoli.

 

Attualmente, il reperto è custodito presso il deposito della sovrintendenza di Sessa Aurunca in attesa di valutazioni tecniche da parte degli esperti.

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