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DISAGI F.S. – La scossa di terremoto costringe i pendolari a 5 ore di viaggio: la cronaca della giornata di ieri raccontata da un nostro lettore

 

 

Cinque ore da Napoli a Mondragone: quando il ritorno a casa è più lungo di un volo per Londra.

 


Napoli, 30 giugno 2025 – Ieri, a causa di una scossa di terremoto registrata a Napoli all’ora di pranzo, il sistema ferroviario regionale è finito nel caos. Nel pomeriggio, chi doveva rientrare da Napoli verso Mondragone si è trovato intrappolato in un viaggio surreale, tra stazioni bloccate, ritardi e navette sovraffollate.

 

Il tragitto – normalmente breve – si è trasformato in un’odissea durata anche cinque ore.

 

Il terremoto ha fatto scattare controlli di sicurezza su tutta la linea, bloccando per ore la circolazione ferroviaria.

 

Ma il disagio è stato amplificato dalla situazione già precaria, infatti, il tratto ferroviario Villa Literno– Formia, che comprende anche Falciano-Mondragone, è sospeso per lavori fino al 6 luglio.

 


Il risultato è che il treno da Napoli arriva solo fino a Villa Literno, dove ad attendere i passeggeri ci sono navette varie che, ad intervalli di mezz’ora o ore intere, si dirigono verso i comuni della linea.

 

Mezz’ora di attesa media per trovare una navetta, troppo piccola per accogliere tutti. I viaggiatori sono stati divisi in gruppi, molti hanno dovuto aspettare la corsa successiva, ammassati nella calura del pomeriggio.

 

E poi, altri quaranta minuti circa su gomma per raggiungere finalmente Mondragone. Il tutto per percorrere 55 chilometri.

 

Una assurdità se pensiamo che siamo nel 2025, l’anno in cui si parla di treni ad alta velocità, di Europa interconnessa, di transizione ecologica, ma per chi oggi ha tentato semplicemente di tornare a casa, la realtà è stata ben diversa: attese interminabili, trasporti di emergenza gestiti con mezzi insufficienti, assenza totale di coordinamento.

 


Fa sorridere amaramente pensare che, nello stesso tempo, da Napoli si può arrivare a Barcellona o Londra in meno di quattro ore, voli inclusi; invece, qui per fare 55 chilometri servono cinque ore e una buona dose di pazienza.

 


L’evento sismico di ieri, ha evidenziato inoltre una fragilità strutturale ben più profonda. Si parla da anni di “vie di fuga” per i cittadini in caso di emergenza a Napoli, ma la gestione odierna dei trasporti dimostra quanto siano ancora solo sulla carta. Basta una scossa per bloccare tutto.

 

Basta un cantiere per tagliare fuori interi comuni. Nel frattempo, i cittadini si arrangiano e si chiedono, con rabbia, come sia possibile che nel 2025 sia più facile raggiungere l’estero che tornare nella propria città. (Giuseppe Capotosto)

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