1 Maggio 2016 – CRONACA. Il presunto orco di Fortuna, rinchiuso nel carcere di Poggioreale, è stato selvaggiamente pestato dai detenuti, i cosiddetti. Raimondo Caputo, l’uomo di 43 anni, è stato linciato al terzo piano del padiglione Roma, dai detenuti che condividevano la stanza con lui. Un caso che sta diventando nazionale e che sta richiamando l’attenzione di molti media.
Ad intervenire e, probabilmente, a salvare la vita a Caputo sono stati gli agenti della Polizia Penitenziaria, richiamati dal baccano e dalle urla di coloro che lo stavano ammazzando di botte.
Nonostante l’uomo si sia dichiarato innocente dinanzi al GIP, per gli altri detenuti, i cosiddetti “sex offenders” (autori di reati relativi ad abusi sessuali ed alla sfera sessuale in generale) l’uomo è colpevole ed, allora, giù con le botte. “Non ho ucciso Fortuna, non ero lì quando lei è caduta, né ho mai commesso abusi sessuali”. Queste la parole di Caputo, accusato di aver violentato ed ucciso Fortuna Loffredo, abusando sessualmente della piccola gettandola, poi, giù dall’ottavo piano.
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