(di Marco Gallo) Alla base del monte Petrino, proprio lungo la via Appia antica,qualora decideste di fermarvi presso l’attuale ristorante e B&b“Villa Petrinum”, oltre a riposare, degustare piatti tipici locali e osservare dal basso la Rocca Montis Dragonis – illuminata anche di notte grazie all’impegno di volontari e associazioni locali – potreste trovarvi davanti a un luogo antichissimo, in cui nel Seicento venne costruita la chiesetta (oggi sconsacrata) di San Rocco sui resti di un’antica struttura romana.
Questa minuscola Cappella poggia su enormi selci dell’Appia, e nella sacrestia si cela un bellissimo e visitabile ripostiglio di età romana. La struttura ricettizia è stata costruita, a sua volta, ristrutturando una vecchia masseria, chiamata proprio “Masseria San Rocco”, dove tempo fa – secondo Francesco Maria Pratilli – venne rinvenuto un tempio circolare dedicato a “Venere Felice”, la dea prediletta dai sinuessani. All’interno del tempio venne ritrovata nel Settecento una magnifica statua con dei voti, trafugata e venduta al miglior offerente.
I fatti andarono in questo modo.
Nel 1722 venne scoperto un edificio a sistema centrale con volta incrostata di marmi e un simulacro (acefalo) della dea appena menzionata. Con essa venne rinvenuta anche una piccola tavoletta di marmo, su cui era distesa una figura femminile con una ghirlanda e frase IA EX V – probabilmente “Julia ex voto fecit” (voto fatto da Giulia).
È molto plausibile che costruendo la masseria gli antichi proprietari abbiano in qualche modo spazzato via ogni traccia di quell’antico tempio, ovvero che la chiesetta di San Rocco possa essere sorta proprio al di sopra di esso. Attualmente, tuttavia, non vi sono tracce bensì solo vecchie ipotesi.
Alcune tesi certe, verificate da avanzi visibili in loco, precisano che sul vecchio edificio doveva sorgere una delle tante “Stationes” o “Tabernae” romane: ostelli per le soste lungo la strada che da Roma conduceva a Capua, Benevento e infine a Brindisi. Difatti,in prossimità dell’attuale Villa Petrinum vi sono avanzi di pavimento romano a spina di pesce in cotto, che probabilmente doveva far parte del citato fabbricato romano.
Da qui l’Appia prosegue, instancabile è la sua corsa. Numerosi selci spunteranno via via lungo la strada che conduce al cimitero di Mondragone, passando per via Cementare. Quest’ultima costituiva uno scolo delle acque montane ed è ricordata per il famoso e vile “Eccidio delle Cementare” avvenuto durante la seconda guerra mondiale a opera dei tedeschi.
Ovunque ci voltiamo vediamo storia, ovunque in questi luoghi si respira il profumo delle viti, dei marmi e dei sudori dell’uomo virtuoso che un tempo vi abitava.

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