
(di Marco Gallo) È difficile spiegare cosa si prova a toccare con mano muri e volte antiche risalenti a più di duemila anni fa. Noi di TheReportZone l’abbiamo fatto presso il vetusto anfiteatro romano di Sinuessa.
Un luogo ancora misterioso che insiste su una vecchia masseria privata, i cui proprietari appaiono restii ad accettare sconosciuti, avventurieri e curiosi sulla loro proprietà.
Tutto ciò è comprensibile, ma le verità storiche vanno raccontate. Quel sitoarcheologico ha il diritto di essere attenzionato dagli organi competenti; ha il diritto di essere studiato e aperto finalmente al pubblico.
In questo articolo vi racconteremo cosa abbiamo scoperto, ciò che abbiamo trovato. E quello che leggerete vi lascerà senza parole.
Accompagnati da una guida locale siamo arrivati in un punto preciso (non lo riveleremo per ovvie ragioni), e all’interno di una folta vegetazione ci hanno condotti in un vero e proprio “Vomitorium”, uno degli ingressi laterali ancora intatti dell’anfiteatro. Storicamente, questi accessi permettevano al pubblico di trovarsi facilmente sulle gradinate della struttura,garantendo un rapido deflusso alla fine degli spettacoli. Una volta dentro, abbiamo constatato la presenza di buche, pezzi di anfore e vecchi attrezzi utilizzati probabilmente da qualche incauto tombarolo. Questa struttura sotterranea è costituita da un lungo corridoio, in parte interrato, lungo circa due metri e alto mezzo metro, realizzato con pietre tufacee e malta consistente, che haperso completamente il paramento (rivestimento esterno del muro). Le volte interne, invece, hanno ancora il paramento in opera reticolata con ricorsi in laterizio (relativi probabilmente a un rifacimento successivo), lungo circa 24 metri e largo circa 3,45 metri.
Tra il 1921 e il 1925 l’archeologo e glottologo Francesco Ribezzo scriveva: “Dell’anfiteatro si osserva, nella depressione del terreno […] il corpo ellittico della cavea. L’asse maggiore, assai perfettamente misurato, è lungo circa 85 metri […] Nella masseria […] un fittavolo ha scavato, nel punto in cui affiorava, un elemento dell’anfiteatro […] e ha rimesso a luce un tratto di corridoio benissimo conservato in mattoni e calcestruzzo”. Sempre in quel periodo, invece, il sociologo Domenico De Masiaccennava all’esistenza di ruderi dell’anfiteatro senza specificarne l’ubicazione.
Circa ventisei anni fa sono stati condotti importanti studi sull’anfiteatro sinuessano “dimenticato”. Si parlava di una delle pochissime strutture certe della città sommersa. I resti sono ancora lì, li abbiamo visti con i nostri occhi, in uno stato di sconfortanteabbandono. Ed è proprio questo sito a rappresentare uno dei pochi elementi certi su cui ricostruire la topografia urbana di Sinuessa;anche se, vista la mancanza di precisi dati di scavo, resta difficile ubicarlo con accuratezza nell’aria urbana dell’antica città. Ricercatori affermano che l’anfiteatro sia stato collocato circa 150 metri a est del tracciato della via Appia, sulla strada più larga della colonia romana. Da qui, poco più avanti del Vomitorium, e rivolto verso il mare, affiora un muro cementizio ricoperto da vegetazione.
Continueremo a ricercare, a scrivere, a dare voce all’anfiteatro sinuessano: un sito di grande valore storico e archeologico che meriterebbe maggiore attenzione. Nonostante la sua importanza,come testimonianza di una delle città più rilevanti di Roma antica, si resta ancora in attesa di studi approfonditi e campagne di scavo che possano valorizzare appieno questo enorme e poco conosciutopatrimonio culturale della Regione Campania.
Il motivo di questa mancanza di interventi resta un mistero, eppure il rischio che il sito venga lasciato alla mercé di stolti e tombaroli è altissimo. Ogni giorno viene minata la sua dignità e ilsuo valore storico, ed è un rammarico che si ripete, che sottolinea l’urgenza di intervenire concretamente per proteggere e valorizzare un luogo così ricco di fascino. Solo attraverso un impegno serio e costante si potrà restituire all’anfiteatro di Sinuessa il rispetto e l’attenzione che merita.
Se siete archeologi, studiosi e ricercatori accreditati e volete dare un contributo significativo, scrivete alla redazione e vi metteremo in contatto con le guide locali.
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