
(di Marco Gallo) Un altro esempio di ricchezze archeologiche nascoste a Mondragone è rappresentato dai resti di un’ulteriore struttura romana situata lungo l’antico territorio sinuessano, a pochi passi dal cimitero comunale. Prima di raggiungere il luogo di sepolturaci si imbatte in un vecchio casolare abbandonato, ancora ben visibile dalla strada principale. All’interno di questa struttura sono stati rinvenuti avanzi di un acquedotto romano, costruito sotto un “Criptoportico” chiamato “La Starza” come la strada che lo costeggia.
Nel corso degli anni, illustri archeologi hanno visitato il sitoconfermando la presenza di “doli frumentari” e “cantharos” (anfore), testimonianze che suggeriscono che l’area potesse aver svolto un ruolo strategico come deposito militare di sussistenza durante la seconda guerra punica. La struttura si presenta con lunghi corridoi di circa un metro di larghezza, illuminati da feritoie e volte a tutto sesto, con ampi vani e obliqui “Heliocamini” ricavati nel muro spesso. A nord, tre corridoi contigui intercomunicanti ospitano numerose celle di circa tre metri per tre, scarsamente illuminate. Al centro dell’edificio si trova un terrapieno, una sorta di contrafforte che testimonia l’imponenza dell’intera struttura.
Gli storici ipotizzano che, lungo la strada “La Starza”, in epoca romana si trovasse un importante quadrivio dell’Appia antica, in corrispondenza della biforcazione che oggi conduce a Falciano del Massico. Questa scoperta sottolinea l’importanza strategica e commerciale di queste zone, che rappresentavano un punto nevralgico per i potenti di Roma antica.
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