
(di Marco Gallo) La Venere di Sinuessa è un argomento che ha suscitato non poche polemiche nell’ultimo anno. Non staremo qui a spiegare banalmente cosa rappresenta per il popolo mondragonese la scultura ellenistica di Prassitele del IV sec. a.C..Spiegheremo, per onesta morale e intellettuale, un dettaglio fondamentale che forse qualcuno ha trascurato.
Il museo civico archeologico Biagio Greco di Mondragone è stato riconosciuto di interesse “Regionale” nel 2007, poiché dal 1999 al 2009 sono stati effettuati scavi archeologici importantissimi, gli stessi che hanno dato luce a reperti e scoperte mai viste prima. Questi ritrovamenti, questa ricchezza millenaria – grazie anche all’immenso lavoro portato avanti dall’attuale direttore del museo, dott. Luigi Crimaco assieme all’Università di Roma Tor Vergata e alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Caserta e Benevento –hanno reso possibile l’ampliamento del museo e il fattivo avvio delle pratiche per renderlo di “Interesse Regionale”.
Il Museo archeologico di Sessa Aurunca, invece, è di interesse “Nazionale”: restaurato e ampliato con i fondi del PNRR e inaugurato ufficialmente nel dicembre del 2024.
Ciò significa che si trova, in termini gerarchici, un gradino superiore al Museo di Mondragone. Inoltre, la città di Sessa Aurunca ha avuto negli anni un ruolo centrale come centro culturale e amministrativo del territorio, ospitando musei e istituzioni dedicate alla conservazione di reperti storici e valorizzando quindi la cultura del proprio territorio. Per queste ragioni la statua è stata trasferita a Sessa Aurunca, perché è stato deciso che nel Museo di Sessa sarebbe stata meglio tutelata, studiata e valorizzata.
Ciò nonostante il Comune di Mondragone – grazie anche alla via Appia che interessa parte del territorio e che ricordiamo essere “Patrimonio UNESCO” – sta avviando una serie di iniziative volte a rivalutare la cultura e l’archeologia locale mediante la messa in sicurezza e la valorizzazione delle tante ville romane che gravitano lungo l’Appia.
Per queste ragioni, a domanda precisa del nostro Direttore, il dott. Luigi Crimaco ha dichiarato: «Oggi abbiamo un sistema di ville romane lungo la via Appia (Patrimonio UNESCO n.d.r.) che ci offre la possibilità di realizzare un grande parco archeologico. Abbiamo un castello medievale (la Rocca Montis Dragonis n.d.r.)che è stato scavato sedici anni.
Abbiamo scavato la villa romana di Colombrello fino al 2019, e credo che insieme al sindaco Lavanga possiamo annunciare che finalmente abbiamo riottenuto la convenzione per scavare Colombrello.
Tutto questo ci porterà, grazie all’amministrazione comunale e all’amministrazione scientifica del Museo, ad avere un risultato enorme, non un trampolino ma un vero e proprio rilancio della zona attraverso la costruzione di un parco archeologico che partirà dalla sommità del monte Petrino e si collegherà alla via Appia».
«Oltre all’autorizzazione a scavare la villa di Colombrello, come diceva il direttore Crimaco» ha dichiarato il sindaco Lavanga, «abbiamo anche ottenuto una concessione per l’archeologia subacquea. Inizieremo degli scavi subacquei per dare una risposta definitiva alla storia di Sinuessa […]».
Dopo il trasferimento della Venere di Sinuessa a Sessa Aurunca, Mondragone vuole riprendersi le sue rivincite. Diventare come la città sessana – sorella per competenza territoriale delle meraviglie sinuessane – un vero e proprio punto di riferimento archeologico-culturale della Regione Campania.
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