(di Marco Gallo) I casertani Vito Cicala e Giacomo Verrengia scrivono a quattro mani la storia delle attività dell’abate Mattia De Paoli da Cellole durante la controrivoluzione del 1799 nel Regno di Napoli.
In particolare, analizzano il suo scritto apologetico, “Za Rivelazione difesa”, e le sue posizioni contro il deismo francese.
Questo libro storico – edito da Caramanica editore nel 1997 e parte di una Collana di ricerche – è uno studio biografico-critico che ricostruisce il pensiero di Mattia De Paoli (1770-1831),sacerdote e intellettuale nato a Cellole, in provincia di Caserta, e promotore delle nuove idee liberali che si diffondevano nel regno.
Fedele sostenitore della monarchia dei Borbone, De Paoli era convinto che bisognava difendere a ogni costo la religione cattolica dalle correnti rivoluzionarie, illuministe e giacobine.
Ci troviamo in un contesto storico particolare. Nel 1799 il Regno di Napoli divenne il palcoscenico di un grande conflitto: controrivoluzione sostenuta da forze monarchico-reazionarie e clericali ai danni della Repubblica Napoletana giacobina (nata su influenza francese). De Paoli si inserisce nella “controparte” di questo conflitto non come militare, ma come autore di scritti che ebbero la forza di mobilitare il popolo in favore della monarchia e contro le idee rivoluzionarie.
L’obiettivo del libro di Cicala e Verrengia è ridare visibilità a una figura poco nota del Sud Italia, collegandola sia agli eventi rivoluzionari, sia agli sviluppi teologici dell’epoca.
È un’opera che intreccia storia locale, storia religiosa e storia politica, offrendo una prospettiva su come i fermenti rivoluzionari vennero vissuti dai principali centri di Napoli, con ricadute reali sulla vita ecclesiastica, sul pensiero e sull’identità.





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